Risposte nei forum create
-
AutorePost
-
AdrianoModeratore
Ritorno nella hall ed aspetto che sendano tutti per andare a cena.
Purtroppo dopo la mia caduta ho fatto pochissime foto…
A cena ho provato a rimediare, ma la mia mano non era per niente ferma… scusate!
Life is a journey, not a destination !
AdrianoModeratoreEsco… raggiungo la mia cagnolona ferita… la coccolo… le dico che mi dispiace… che è colpa mia che ho visto troppo tardi quella chiazza… che se stavo più in centro strada l’avremmo evitata… ma in quell’istante penso che se l’avessi evitata io sicuramente qualcuno dietro di me l’avrebbe potuta prendere al posto mio!
Questo mi sconvolge per un istante… e poi penso che questo pensiero, di essere caduto io al posto di qualche altro fratello… magari che procedeva con la zavorrina… deve essere il pensiero che allevia il dolore di aver rovinato il raduno a tutti!
Life is a journey, not a destination !
AdrianoModeratoreFernando mi mette sulla spalla un sacchetto con del ghiaccio, mi toglie giubbo e paraschiena e mi accompagna al nostro tavolo.
Ricordo poco del pranzo.
Ricordo un’aria strana, tutti i miei fratelli sono tesi… colpa mia… vorrei scomparire, lasciar loro la possibilità di vivere quella gioia che tutti bramavamo da un anno intero.Tutti mi aiutano a mangiare, vogliono che beva per alleviare lo spirito… hanno ragione, ma Saida mi osserva attentamente da non troppo vicino e mi porge un antidolorifico.
Paola mi accudisce con le giuste parole.
Non c’è un fratello che non si prenda cura di me.
Sento che si confabula su come procedere… Ma Andrea non può portare la mia Bull fino all’Hotel, a La Spezia ci saluterà insieme a Paola per rientrare anticipatmente a casa.Non posso continuare il giro… non solo per le condizioni mie e della Bull, ma perchè diventerei un peso per tutti.
Mi viene proposto di lasciare la Bull a Levanto e di procedere con qualcun altro. Poi in qualche modo potrò tornare a riprenderla quando starò meglio.Rudy si fa avanti e mi dice che per il rientro a casa se riusciamo a portare la Bull in qualche modo a Berceto lui può caricarla sul carrello. E’ configurato per due moto in quel momento, ma ha con se ferro, attrezzi e la saldatrice e qualcosa s inventerà per caricarla.
Ferdinando si offre di dare un passaggio a me ed alla mia cagna con suo furgone fino a Berceto.Il piano è ben chiaro nella mia mente.
Io ritorno all’hotel da solo, guidando la Bull, per una strada di poco più di una trentina di chilometri.
Il gruppo si gode il resto del giro.Ovviamente i fretelli dissentono dalla mia idea, vogliono che li aspetti in spiaggia. Loro prosegirebbero fino a La Spezia, poi Japo e Fernando sarebbero ritornati qui a riprendermi od al limite accompagnandomi.
Insisto nel mio piano ed allora Claudione interviene mettendo tutti d’accordo “Lo riaccompagno io! Se vedo che non ce la fa ci fermiamo in un bar e vi chiamo”. Ok, tutti d’accordo…
Prima di ripartire facciamo la tradizionale foto di gruppo.
Il bagnino ci fa da fotografo. Perfino lui mi chiede come mi senta… dice che mi è andata bene.Risalgo in sella… subito!
Quante volte ho intimato… suggerito… supplicato… l’amico biker di turno che ha baciato l’asfalto di risalire prima possibile in sella!
Io che non ero mai caduto in vita mia!
Ma lo si sa… lo si apprende per osmosi dagli altri bikers… non importa quanto violentemente cadi, la paura di risalire in moto di si insinua subito nelle vene, insieme al sangue guarto degli ematomi…
Mentre scendevo verso a Levanto dietro a Fernando pensavo anche a questo, non posso negarlo.Risalire in Bull è stato come mandar giù un’intera confezione di Oki!!!
Niente dolore, pupille spalancate ed euforia!
Vado piano. So che la spalla non può reggere carichi anche poco importanti.
Ho fatto il viaggio di rientro praticamente in terza. 30-40-50 all’ora… su un lungo rettilineo ho toccato volontariamente gli 80… volevo capire se ci fossero vibrazioni strane dall’anteriore. A velocità moderata ho anche provato a togliere le mani dal manubrio per vedere se lamoto andava dritta… giuro di aver visto la ruota fermarsi su un palo del guardrail quando siamo caduti.
Niente, la moto va dritta e non vibra. Ma il manubrio ha qualcosa che non va… sembra storto all’altezza della riduzione della sezione a sinistra.Arriviamo all’hotel. Ringrazio sentitamente Claudione, mi spiace per avergli rovinato il giro ma sono felice di averlo avuto come angelo custode. La sua esperienza in sella mi tranquillizzava, se lui avesse visto in me qualcosa di cui non mi rendevo conto sarebbe intervenuto. Lo so!
In camera mi spoglio con un po’ di dolore.
Fatico ad alzare il braccio sinistro. Probabilmente ho leso un po’ la cuffia.
Mi faccio la doccia e mi stendo a letto per capire se in posizione supina sento dolori particolari.
No… niente… prendo il sonno…Verso le 7 mi sveglio, scendo nella hall per bere l’aperitivo con Claudione. Ce lo meritiamo!
Arivano Michela e Monica, si uniscono a noi.Di li abreve rientra il branco.
E’ una processione, mi sento in imbarazzo… tutti che vengono a chiedermi come vada ::redface::
Va bene, se ci ripenso… va molto bene.Tutti salgono in stanza per la doccia ed io rimango li, seduto a godermi i due miti del gruppo che ricordano insieme storie di strada. Per me è una situazione magnetica, ne subisco il fascino…
Life is a journey, not a destination !
AdrianoModeratoreDa qui intraprendiamo un percorso che ci porta gradualmente verso il mare, con un po’ di apprensione perchè a Levanto, dove pranzeremo, sta piovendo.
Raggiungiamo la costa e poi risaliamo su un passo, di cui ancora una volta non ricordo il nome. Parte Japo davanti, dietro lo segue Fernando ed io dietro. A seguire tutto il gruppo.
La salita è entusiasmante, non percorriamo un solo centimetro di rettilineo.
Arrivati in cima proseguiamo per un percorso che attraversa una zona in cui l’asfalto non è proprio dei migliori, la strada è stretta… per certi versi mi ricorda alcune stradine secondarie delle mie Alpi…Io continuo a seguire Japo e Fernando.
La strada si fa sporca.
Ci sono delle macchine operatrici ai lati… segatura sulla strada… stanno tagliando alberi…
a strada è umida. Procediamo con attenzione.Arriva un tornantino a sinistra, in discesa.
C’è una chiazza di umido.
Japo e Fernando escono dal tornante tenendo il centro strada, io sto più a destra…Aspetta un attimo… sulla macchia umida c’è un alone… qualcosa di marrone..
CAZZO!!!
Sbam.. la spalla che fa crack… il caso che sbatte a terra… il rumore della Bull che sbatte sull’asfalto… stricia a terra… me lo hanno raccontato più d’uno il rumore che fa quando striscia sull’asfalto… lo sto sentendo con le mie orecchie ora!!
Cristosanto… sono a terra, e lei con me!!!Ceterina… a lei va il mio primo pensiero… per fortuna è rimasta a casa, altrimenti sarebbe a terra con me e chissà cosa le sarebbe successo…
Guardo la Bull… ed adesso come faccio a dirlo alla Cate che l’ho distrutta?
Mi stendo sulla schiena e respiro, più lentamente che posso… analizzo la situazione… ho sbattuto violentemente la spalla ed ho sentito quel “crack”, mi aspetto di sentire un dolore lancinante da un istante all’altro… non arriva… vedo la faccia di Andrea comparire sopra di me avvolta dal suo casco, poi quella di Rosso.. quella di Fernando…
Mi sento chiedere come sto…
Io… sto bene! Dico che sto bene!
Muovo il braccio sinistro… la spalla un po’ duole, ma muovo il braccio in tutti sensi… il destro è a posto…
Continuo con il mio check-up… gambe, piedi, si muovono e sento tutto…. la schiena non mi fa male…
Allungo le braccia verso l’alto e mi sento sollevare… questo sarà il primo assaggio della forza che i miei fratelli di strada hanno non solo nei muscoli!Apro la mentoniera, respiro lentamente… aspetto sempre di sentire quel dolore lancinante… so che l’adrenalina dovrebbe scorrere a fiumi nelle mie vene facendomi ignorare il dolore…
Niente… sembra tutto ok…Tolgo il caso, mi siedo.
Accetto a questo punto di bere un sorso d’acqua che mi sporge Antonio. Penso che sia tutto a posto…Dopo quanlche istante la vista mi si annebbia, chiedo un attimo di pausa nonostante tutti,a ragione, dicano che dovremmo spostarci presto da li: siamo in un bruttissimo posto!
Vedo le facce dei miei fratelli serie… quasi smarrite… cristosanto quanto mi duole vederle così, il raduno deve essere il week-end più bello dell’anno ed io l’ho rovinato, penso…
Qualcuno mi dice di lasciare li la Bull e di procedere come passeggero di qualcun altro… figuriamoci!
Piuttosto aspetto qui il carro attrezzi!!!Andrea e qualche altro fratello tira su la Bull, “tutto a posto, soliti bozzi al serbatoio, carter e scarico strisciati ma la moto sembra a posto” sento dire… Andrea la mette in moto… va, ferita ma lei va! Perchè devo essere da io da meno?
Maturo l’idea di guidarla fino a valle ma Fernando mi guarda e mi fa “Tu non guidi, sali con me!”. Ok, se lo dice Fernando, ha ragione.Ma la Bull?
Non può stare qui… come facciamo?Che domande mi faccio…
Andrea sale sulla mia Bull, Paola su quella di Fernando ed io faccio lo zavorrino di Fernando sull’FZ1 di Andrea.
E giù verso Levanto.
La testa è leggera… la spalla no… ad ogni frenata, per quanto Fernando sia delicatissimo alla guida, la spala duole…Ho il tempo di pensare nel tragitto fino al ristorante.
Penso a quanto sono stato fortunato… non a farmi praticamente niente, cosa volete che sia una spalla malconcia ?!? Nemmeno al fatto che la Bull è ancora marciante… no mi riferisco al fatt oche sono stato fortunato a cadere con tutti i miei fratelli bulldoggers intorno.
Anche se fossi incorso in problemi più seri, i rendo conto in prima persona, che nessuno si sarebbe tirato indietro per darmi una mano… ricordo che mentre scendevamo verso Levanto, col la spalla che duoleva ad ogni frenata, mi scendeva una lacrima a pensare a tutti voi!
E scende ancora in questo momento che scrivo…Arriviamo al ristorante, il posto è incantevole… il locale è sopraelevato, su una delle meravigliose spiagge di Levanto.
Purtoppo mi godo poco il momento.
Devo chiamare la Cate, leggo un messaggio che mi aveva mandato mezz’oretta prima… più o meno qundo sono caduto, con scritto “Come va? Tutto bene?”. La chiamo… “Ciao”, lei risponde sorridendo, pensa che io sia al settimo cielo tra i miei fratelli… ed io “Insomma…”, si fa seria… “Sono caduto… ma sto bene! Ho sbattuto la spalla…”, lei “Ti sei fatto male? Come stai? Sei ferito? Ha ossa rotte?”, “No… ho solo sbattuto violentemente la spalla… ero quasi fermo… sono scivolato con l’anteriore su una chiazza oleosa e mi sono trovato a terra”… “La Bull?…”, “La Bull sta peggio di me… serbatio con due bozze, carter e scarico strisciati… poi boh, la guarderò meglio più tardi”.
Pensavo che fosse presa dallo spavanto, ed invece ha mantenuto la calma. Ma sapevo che quando avremmo chiuso la telefonata sarebbe tata presa da un momento di sconforto, ma sapevo anche che il pensiero che io fossi attorniato dai miei fratelli sarebbe stato il suo conforto oltre che il mio.Life is a journey, not a destination !
AdrianoModeratoreE poi ci mettiamo in carovana e seguiamo Damiano su per il Passo Centocroci, poi chiedo aiuto per ricordare il percorso.
Ci fermiamo su un passo di cui non ricordo il nome per la sosta caffè.
Life is a journey, not a destination !
AdrianoModeratoreFacciamo rifornimento
Life is a journey, not a destination !
AdrianoModeratoreE poi tutti a nanna!
Sabato 2 giugno ci svegliamo carichi!
E’ il giorno del motogiro!Colazione alle 7:30 e poi giù alle moto!
Svegliamo l’intero paese scaldando i motori, ma questo è il yamahabulldog.com !!!
Parafrasando ed estendendo un’esclamazione di Antonio “Queste moto costano poco e fanno un gran casino!!!” ::slider_victory::Life is a journey, not a destination !
AdrianoModeratoreDopocena approfittiamo dell’ospitalità di Damiano e ci facciamo condurre per i vicoli di Varese Ligure.
E’ incredibile come l’Italia sia stracolma di meraviglie come questo paesino. Una vera opera d’arte!
Life is a journey, not a destination !
AdrianoModeratoreDamiano e Japo presentano la maglietta del raduno yamahabulldog.com 2018
Life is a journey, not a destination !
AdrianoModeratoreDiscorso del Presidente
Life is a journey, not a destination !
AdrianoModeratoreMano a dirlo… tutti in doccia e poi con le gambe sotto al tavolo!!!
Life is a journey, not a destination !
AdrianoModeratoreE poi arriva anche il gruppo romagnolo…
Il un attimo l’hotel si trova invaso da un fantastico braco rantolante ::mrgreen::
Life is a journey, not a destination !
AdrianoModeratoreE poi arrivano Fernando, Andrea e Paola, Termobull ed i Giuliani
Life is a journey, not a destination !
AdrianoModeratoreArriva Claudione.. e qui riparto con le risate 😆
Parcheggia… Rudy osserva la sua moto da dietro e fa “Cos’è questo???”, gli do una mano per togliere quel “coso” incastrato tra forcellone, pinza e disco freno…
Estraiamo un piccolo fodero in pelle dal quale fuoriesce uno strano manico.
Claudione esclama “Ossignore… pensavo che me l’avessero rubato!”, lo prende, apre il fodero ed estrae uno strano attrezzo dotato di una lama evidentemente molto affilata.
“Sapete a cosa serve questo? A squoiare le prede!”, Claudione è cacciatore…
“Pensavo che me l’avesse rubato un mio amico, 2 anni fa! Lo stavo per ammazzare!” e già noi eravamo con le lacrime agli occhi…
Sicuramente gli è caduto inavvertitamente… 2 anni fa… ed è rimasto li!
Gli chiedo “ma ci hai anche girato con quel coso incastrato li?” e Claudio “Eh beh… almeno 3000 chilometri!”Basta… qui abbiamo perso il fiato da ridere ::motocanaglia_noncelafaccio:: ::motocanaglia_noncelafaccio:: ::motocanaglia_noncelafaccio::
Life is a journey, not a destination !
AdrianoModeratoreDopo pranzo riprendiamo la marcia puntando verso gli appennini.
Gillivel mi aiuterà a ricordare il percorso. Quello che ricordo è che abbiamo percorso strade dal fondo stradale infame… Gullivel in un punto si è staccato di 20-30 cm da terra, manco fosse stato sulla mountain al TT !!! ::e_surprised::Arriviamo a Varese Ligure, all’hotel, praticamente in contemporanea con Rudy, Saisa, Antonio, Carmelo, Lucia, Rosso e Robertogen.
Life is a journey, not a destination !
-
AutorePost