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AdrianoModeratore
Poi arriva il momento in cui Saida si alza e gira per i tavoli, con Rudy che tiene un borsone enorme.
Saida consegna ai partecipanti un pacco colorato, con il suo consueto sorriso…
Lei lo fa da… porca miseria… non riesco nemmeno a ricordare la prima volta che ha deciso di farlo… lei ogni anno realizza un pensiero per il gruppo, un capo di abbigliamento, un accessorio, con il logo commemorativo del gruppo disegnato da Rudy.
Ha iniziato con il cappellino, poi con i calzini, poi con l’asciugamano, l’astuccio per la toilette…
Quest’anno ha pensato a qualcosa più spettacolare del solito (ogni anno alza l’asticella), un marsupio da gamba in pelle bellissimo !
Life is a journey, not a destination !
AdrianoModeratoreNonostante questa volta il tradizionale iter del raduno è stato, giocoforza, stravolto, la cena del venerdì sera è l’occasione per presentare, e consegnare ai partecipanti, la maglietta commemorativa.
Devo dire che è stato abbastanza emozionante vedere negli occhi di Marvil, e sentire nella sua voce, l’orgoglio non solo nello spiegare la maglietta ma soprattutto nello spiegare che la sua realizzazione è stata curata da suo figlio, da poco diplomatosi alla scuola di Comics di Firenze.
E’ la prima maglietta di design del nostro raduno !!!
Wow…
Ed il tocco dell’artista si vede tutto !
Life is a journey, not a destination !
AdrianoModeratoreAlla ripartenza capita che tutto il gruppo parte, senza rendersi conto che Remo ha problemi a far partire la sua Bull. Se ne accorgono Michele e Nino, la nostra scopa, e rimangono per dare assistenza.
La Bull non ne vuole sapere di partire… e nel frattempo il gruppo procede veloce, per avanzare più possibile prima che cali il buio.
Io sono in coda al gruppo.
Ad un certo punto Michele mi chiama (ho il telefono sul portatelefono, per cui lo vedo ma non posso rispondere nell’immedato).
Porca miseria… penso… se Michele mi chiama, sapendo perfettamente che io non ho l’interfono (non l’ho mai avuto e fino a quel giorno ho sempre pensato, convintamente, di non volerlo !) e che quindi sa che per rispondergli sono obbligato a fermarmi, perdendo contatto con il gruppo, quindi significa che ha un grave probema !!!
Sapevo che la sua Bull, da quando siamo partiti da casa, faticava ad andare in moto per cui ho immaginato che mentre tutti partivano lui si fosse trovato con la moto in panne (in quel momento non sapevo che il problema fosse alla Bull di Remo) e si fosse ritrovato da solo.
Rimango per qualche secondo a bestemmiare perchè mi rendo conto che se perdo il gruppo (con il buio ormai sceso) rischio di mettermi nei guai… è il tempo necessario perché Michele metta giù…
Ma cosa faccio ?!? Se il mio amico mi chiama in quel momento significa che ha bisogno di aiuto, e sa che io quando un amico nei guai chiama… mollo tutto e corro !!!
Pochi istanti dopo vedo una stazione di servizio… freccia… esco e mi fermo…
Tolgo il casco, i guanti, prendo il telefono a chiamo Michele.
Mi risponde… è per strada… sento il fruscio dell’aria (Michele è l’unico del gruppo ad avere l’interfono) ma lo sento comunque perfettamente. Mi informa di non preoccuparci se non li vediamo in coda al gruppo e mi spiega del problema alla moto di Remo, per fortuna risolto.
Ed io lancio una gran bestemmia… gli dico che per rispondergli ho dovuto fermarmi e perdere il gruppo, che ora non so dove andare… non conosco la strada…
Michele fatica a sentirmi, sente molti disturbi e mette giù.
Ok… ad ogni raduno, è storia ormai, qualcuno di noi DEVE perdersi… ma di solito ad impersonare lo sfortunato di turno è Rosso65, penso… e che ca**o, ora che lui è passato a fare il Senatore i suoi compiti ce li siamo distribuiti… Fernando fa il Presidente ed io quello che si perde !!! 😂
Con questo pensiero scoppio a ridere… 😂😂😂
Nessun problema !
Avvio Maps, metto come destinazione l’hotel Modica e riparto, fiducioso di percorrere la stessa strada che sta facendo il gruppo.
Mai pensiero fu così sbagliato… scoprirò da li a poco…
Ripresa l’autostrada, inizialmente procedo sui 110-120 all’ora.
Il faro della Bull non illumina un ca**o ed ad un certo punto mi trovo da solo, nessun’altro veicolo intorno aiuta ad illuminare la strada.
Ad un certo punto la Bull decolla… un salto, uno stacco nettissimo dell’asfalto solca da lato a lato la strada… mentre la Bull è in aria mi stacco dalla sella e quando atterro mi schianto con i cog**oni sul serbatoio…
Cristo che male !!!
Sento le tonsille pulsare… penso di dovermi fermare… ma con quel buio rischio di mettermi in una situazione ancora più pericolosa.
Guardo ad entrambi gli specchietti e per fortuna ientro non ho nessuno.
Penso a Fernando al ritorno da Genova… e continuo. Rallento, mi porto sugli 80-90 all’ora e tengo d’occhio lo specchietto sinistro per vedere se dietro sopraggiunge qualcuno. Procedere così piano può essere pericoloso, anche il faro posteriore della Bull non è un astro ed un’auto che arriva anche solo a 130 all’ora da dietro ti può vedere solo quando ti carica sul cofano…
Procedo per un po’ così.
Ad un certo punto il navigatore indica di prendere la prossima uscita.
Penso che tutto sommato al ritorno l’autostrada è sembrata più corta da percorrere, forse perchè la mattina c’erano 35 gradi ed ora almeno 15-20 in meno.
Prendo l’uscita indicata dal navigatore e solo alla fine della corsia di decelerazione, quando la strada curva a destra, vedo il cartello con scritto “Noto”.
Cooosa ???
Sono ancora a Noto ???
Ussignur… ed adesso ???
Mi fermo fouri dall’autostrada… consulto il navigatore e vedo che mi fa procedere per strade normali.
Effettivamente, rispetto all’autostrada, arrivare a Modica per di qua sembra un percorso molto più diretto.
Che faccio ? Mi fido di Maps oppure rientro in autostrada e vediamo da li dove mi fa uscire più avanti ???
Mi fido di Maps… penso che sia più saggio, in quel momento.
Da qui intraprendo il viaggio più pauroso che abbia mai fatto in moto…
Non ho mai avuto rempore a viaggiare con il temporale, con la tempesta, con la neve… a pieno carico ed anche in due… ma viaggiare al buio per me è qualcosa di mentalmente destabilizzante.
In quel momento non penso a questo, penso che sicuramente una strada che porta ad una città come Modica sarà sicuramente ben tenuta e soprattutto ben illuminata. O per lo meno… sufficientemente illuminata.
Quello che trovo è una lingua di asfalto che oltre due metri dalla ruota anteriore della Bull (la distanza illuminata a lume di candela da quel faro, grande per niente…) si tuffa nelle tenebre.
Procedo a 40… 50 all’ora quando riesco a vedere all’orizzonte.
Per fortuna incontro un asfalto ben tenuto, ma attraversando zone prettamente rurali riesco ad intravedere sempre e solo all’ultimo le impronte di terra lasciate dai mezzi agricoli che si sono immesi in strada. La cosa che fa saltare i nervi è che le trovi sempre in curva…
Ricordo che da quando ho lasciato l’autostrada il navigatore dava qualcosa come un’ora e mezza di tragitto mancante.
Procedo… procedo… procedo… e quella tempistica sembra non calare mai.
Ogni tanto trovo qualche masseria illuminata nei campi a lato, oppure una stazione di servizio… quelle luci mi permettono di vedere più lontano e di tirare un po’, ma poi ripiombo nel buio.
Attaverso qualche paese, si, e tiro un po’ il fiato, ma il traffico sempre intenso nei centri non mi aiuta a rilassarmi.
La strada sale e si attorciglia su un evidente promontorio, penso al perchè Marvil ci ha fatto fare l’autostrda… quando il tratto che sto percorrendo sarebbe evidentemente un parco giochi da girarci in moto, di giorno…
Scavallata la collina inizio a vedere le luci della costa.
Il navigatore segna un po’ meno di un’ora… ed a me scappa da pis**are… ma preferisco non fare sosta, in mezzo al nulla.
Stringo la prostata e continuo !
Ad un certo punto Marvil mi chiama, ma sono nel buio più totale, perso in una campagna che mi sembra tutta uguale, non ho riferimenti se non la traccia blu di Maps e penso che se mi fermo non saprei nemmeno dirgli dove sono.
Se non gli rispondo, penso, di sicuro lo farò preoccupare… ma in quel momento mi ricordo che prima che Michele mettesse giù la telefonata gli avevo detto che avrei messo il navigatore per arrivare in Hotel. Quindi sono convinto che Michele gli avrà riferito questo appena arrivato, ignorando che Michele non aveva sentito un ca**o dall’auricolare…
Ma tant’è… non mi fermo e procedo. Tanto il navigatore dice che manca qualche decina di minuti all’arrivo.
Quando vedo il cartello di Modica ho avuto un flash… ho rivisto la stessa situazione che ho vissuto quella volta che, insieme a Gullivel, ho visto il cartello “Luino” dopo 7 ore di diluvio universale… andando al primo raduno organizzato da Rosso. Per me era il primo raduno ed il primo viaggio sotto alla pioggia.
E come quella volta mi sono messo in piedi sulle pedane, saltando esultando ed urlando !!!
Ho anche riso, proprio per il ripetersi di quella sensazione vissuta 10 anni prima.
Entrato nel parcheggio dell’hotel trovo Marvil che sta uscendo… nell’intento di venirmi incontro da qualche parte, non ben precisata… e davanti alla fontana dell’hotel trovo gli altri ad aspettarmi.
Nino è mortificato, per avermi perso. Mi è dispiaciuto moltissimo per lui, per quello che stava provando.
Fernando sapeva che io avevo il navigatore ed aveva cercato di tranquillizzare Marvil sul fatto che di sicuro stavo rientrando per una strada diversa, ma lui voleva fare comunque qualcosa…
Michele mi dice che non capiva cosa gli dicevo prima al telefono… e mi rendo conto solo in quel momento che lui era convinto che io avessi sempre avuto l’interfono per cui non riusciva ad immaginare cosa fosse successo.
Io ero esausto… ero arrivato 15-20 minuti dopo del gruppo, ma avendo percorso quasi la metà dei chilometri.
Il calo di tensione, brusco, mi fa girare un po’ la testa.
Vado a parcheggiare la moto, doccia… 10 minuti di pisolo e poi giù al ristorante !
Di fatto… questa è la serata dell’inizio ufficiale del raduno… e ci sono un po’ di cose da gestire.
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- Questa risposta è stata modificata 1 mese fa da Adriano.
AdrianoModeratoreIl rientro a Modica avviene all’imbrunire, andiamo ad imboccare l’autostrada.
Non è un’abitudine che piace al gruppo, ma qui le distanze sono talmente grandi che non abbiamo alternative.
Dopo una buona dose di km lanciati, prima che inizi il tramonto, Marvil ci fa fare sosta in una staione di servizio. La stanchezza iniziava a farsi sentire ed il caldo che ancora bruciava la pelle, è stata una delle soste più bramate che ricordi…
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AdrianoModeratoreQui salutiamo Fabio e riprendiamo la strada, con destinazione Bronte !
Ma ve lo immaginate ???
Non esiste italiano che conosca questo paese, non serve che vi nomini l’anacardiaceo che prende il suo nome.
Tappa alla Caffetteria Luca per assaggiare il gelato più ambito al mondo…
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AdrianoModeratorePrima di ripartire salutiamo gli amici di Marvil che hanno scortato il gruppo capitanato da Fernando, tutti tranne Fabio che, una volta messi in marcia, ci fa discendere dal vulcano e ci fa fare tappa in località Serra La Nave, per ammirare una delle 30 opere monumentali dell’artista polacco Igor Mitoraj che fa parte di una mostra temporanea intitolata “Mitoraj. Lo Sguardo, Humanitas, Physis”.
L’opera che possiamo ammirare, ai piedi dell’Etna, si chiama “Teseo Screpolato”.
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AdrianoModeratoreQuesta è stata l’unica foto che ho scattato… poi evidentemente l’oblio alcolico, più che la totale rilassatezza raggiunta finalmente dopo un anno passato ad organizzare ed a bramare questo momento, ha contribuito a farmi dimenticare il telefono in tasca…
Dopo poco, finalmente, arrivano Ponch, Loris e le loro zavorrine !
Dalla faccia che sfodera Ponch capisco che non è stata una bella mattinata… lascio che si accomodino e che smaltiscano le mille domande che ovviamente tutti rivolgono loro. Capisco che è più il momento di sbollire una rabbia sacrosanta.
Il pranzo è a buffet… e questo è un problema, strafogarsi è un obbligo sottinteso a cui tutta l’italica popolazione non se la sente di contravvenire !!!!!
Dopo essermi stufato di alzarmi a riempire il piatto, faccio un cenno a Ponch per chiedere se tutto andava bene… e cospro che i guai alla NC non erano finiti con la sostituzione delle candele… poco dopo essere ripartiti, la catena saltava fuori sede !
Ovviamene Ponch ha immediatamente capito che la catena era eccessivamente stirata…
Ricontattao il noleggiatore, rientrati alla sua base… è scattata la ricerca del ricambio, che ancora più delle candele era quasi introvabile…
Dopo un tempo interminabile, condito da bestemmie tra le più eclettiche, finalmente si trova e si monta una catena nuova (pignone e corona sono rimasti introvabili…) e Ponch è pronto per ripartire !
Se non che… la moto di Loris entra in recovery… ma a quel punto i nostri girano la manopola del gas lo stesso ed anche se la TRK arranca un po’, ecco che finalmente ci hanno raggiunri al ristorante.
Sicuramente ho tralasciato molti dettagli, che in verità non conosco, ma in quel momento a me importava solo che Ponch & Co fossero finalmente dei nostri !!!
A fine pranzo il titolare ci ha invitato a raggiungerlo al bar/bazar del locale per offrirci un assaggio di liquori del posto… io non mi faccio scappare l’occasione di provare il Fuoco dell’Etna !!!
Difficilmente un nome è stato mai più azzeccato per un liquore…
Ne ho preso subito una bottiglietta per scaldare le fredde serate invernali venete.
Dopo pranzo riusciamo a bloccare il parcheggio del ristorante per schierare le moto e scattare la foto di gruppo.
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AdrianoModeratoreDi Walter & Co non abbiamo più notizie…
Ci spostiamo un po oltre il Rifugio Sapienza per fare pausa pranzo al Corsaro Etna Hotel, mi rendo conto solo ora che non ho scattao una singola foto al ristorante…
Mi perdonerete, spero… e spero che i più di voi abbiano provveduto a scattare qualche foto del momento.
A tavola, manco a dirlo, mi sono trovato seduto a fianco al mio riempitore di bichiere ufficiale !!!
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AdrianoModeratoreMa poteva filare tutto liscio quando c’è di mezzo Ponch ??? 😣
L’ NC, appena partiti dal motonoleggio, inizia a singhiozzare ed ad andare ad uno… Ponch capisce subito di cosa si tratta… chiama il noleggiatore e lo avverte che la moto ha le candele ormai finite, una delle quali andata del tutto. Una riparazione che poteva semplicemente comportare un fermo di qualche decina di minuti, tempo di sostituire le candele, si è tramutata in una (prima) odissea tra rientro al noleggio… diagnosi del problema… conferma della ragione di Ponch… reperimento delle candele di ricambio… e sostituzione…
Per non bloccare l’intero gruppo si decide di procedere, concordando con Ponch, Loris e Malefico che ci saremmo trovati direttamente a destinazione, dato che non prevedavamo altre tappe intermedie.
Ed allora via !!! Passiamo ad ovest di Catania e la nostra destinazione si palesa in tutta la sua magnificenza ! Con tanto di sbuffo dal cratere in cima… sua maestà l’ Etna !!!
Quando si è iniziato a parlare di raduno in Sicilia, ancora a Rodi Garganico, io già mi figuravo che se anche non fosse stato previsto da Marvil, io avrei dovuto trovare il modo per portare le ruote della Bull in cima all’ Etna !!! Si… in cima… fino a Rifugio Sapienza, il punto più in alto dove si può arrivare motorizzati… nei miei più bei sogni mi immaginavo di esermi portato dietro anche l’abbigliamento da montagna e di salire davvero fino in cima.
Beh… intanto la meta era visibile e noi la stavamo puntando con decisione !
Passato Nicolosi inizia la salita. Sale l’adrenalina… ci siamo davvero !!!
Cavolo… la mente va a quel capanno in cui ho trovato la Bull 14 anni fa, prossima alla rottamazione… e dopo 100.000 km percorsi insieme su e giù per l’Italia, ed un po’ in la del confine a nord, ora stiamo scalando insieme il vulcano più alto d’Europa !!!
Mi viene la pelle d’oca anche adesso che scrivo… a pensarci !
E fino ad un paio d’anni fa avrei pensato di essere pazzo se mi fosse passato per la testa un’avventura del genere…
La strada è più pulita di quanto mi aspettassi (solo ad inizio estate era praticamente impossibile da salire in moto, per via della cenere vulcanica caduta), ma non è bastato per non farmi ca*are addoso su due curve dove (complice l’alternarsi di ombra e sole) ho beccato con l’anteriore della sabbia lavica e la Bull ha smusato.
La salita, ad ogni modo, è uno spettacolo ! Arrampicarsi tra i tornanti essendo circondati da distese laviche fa una certa impressione, soprattutto alla vista degli scheletri di alcune abitazioni divorate da colate passate.
Arrivati ai Crateri Silvestri troviamo una bolgia di turisti. Facciamo fatica a trovare dove posteggiare le Bull. Troviamo posto vicino al Rifugio Sapienza.
Qui su troviamo il gruppo composto dal Presidente Fernando, con la first lady Valeria, Termobull con Ivan, Tizio, Gianluca, Giuliano Senior, e poi Ferdinando, Adriano ed Angelo (tutti e tre scesida Luino) che arrivano da Messina, accompagnati da Fabio (appassionato ed appassionante divulgatore delle bellezze della sua terra) e Stefano, amici bikers di Marvil.
E qui esplode il vero raduno… questi sono gli amici che bramiamo di vedere, una volta all’anno come se fosse una favola di uni di quei scrittori famosi a cui questa terra generosa ha dato i natali.
Abbracci fortissimi, sorrisi e risate che non vedevamo da un anno e che mancavano tanto. Foto, al panorama si… ma soprattutto del gruppo ! Riusciamo a bloccare il traffico, sostenuto, per arrampicarci sulle rocce laviche e facciamo commuovere una ragazza di passaggio che si offre “Volete che vi faccia io la foto ?”, probabilmente incuriosita dalla diversità di accenti che proveniva da questo gruppo caciaroso… forse complice anche e soprattutto quella sfilza di “ghes*oro”, “mimorti”, “ara che beo” che da queste parti è piuttosto esotico sentire 😀 😀
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- Questa risposta è stata modificata 1 mese fa da Adriano.
AdrianoModeratoreLa mattina successiva, di quel venerdì che in un normale raduno sarebbe stato il giorno dell’arrivo, ci aspetta un’avventura impegnativa ma che da sola giustifica il viaggio !
La sveglia non è stata apprezzatissima… ma l’adrenalina riprende possesso dei nostri corpi e dopo una buona colazione schieriamo velocemente le moto ed andiamo ad imboccare l’autostrada per risalire la costa est. Dalle parti di Lentini abbiamo fatto sosta in una stazione di servizio. Qui avrebbero dovuto raggiungerci Ponch, il fratello Loris, le consorti Maria e… cavoli… non mi ricordo proprio il nome della moglie di Loris… e Malefico, che stavano passando qualche giorno di vacanza a casa di quest’ultimo, in attesa del raduno.
Ponch e Loris avevano preso a noleggio due moto, rispttivamente un’ Honda NC 750 ed una Benelli TRK 500.
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AdrianoModeratoreQuando la serata sembrava finalmente instradata a volgere al termine, per finalmente andare a dare ristoro alle natiche ed ai polsi già provati… arriva l’idea “Maaaa… ci sarebbe una birreria… un locale per bikers… qui vicino… che fa musica dal vivo…” 😮
Ok… casco allacciato e via nuovamente per le strade di modica !
Ci infiliamo in una zona industriale ed arriviamo al Rock (un nome, un programma)
Parcheggiamo le Bull tra le moto già posteggiate di fronte al locale, entriamo… ci guardano uno un po’ tutti… ora, qui, queli che “parlano strano” siamo noi !
C’è un gruppo formidabile che si esibisce su un palco realizzato con bancali e fusti di birra vuoti, l’impatto è notevole !!!
Dentro al locale Marco ci presenta alla proprietaria ed ai bikers presenti, giro di pinte ovviamente prodotte in loco e poi fuori a goderci lo spettacolo !
E che pettacolo ! Rock suonato con passione !
Alla fine dello spettacolo Walter ci presenta il bassita, suo amico ed anch’esso biker (tra l’altro appena tornato da un giro sulle Dolomiti), che abbiamo ammirato fin da subito per la sua maglietta.
Entusiasta anche lui per avergli raccontato, velocemente, la sotria del nostro gruppo e meravigliato della nostra provenienza.
Poi, finalmente, arriva il momento del riposo… rientriamo all’hotel ed intorno alle 2:00 andiamo a crepare a letto…
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AdrianoModeratoreMarvil ci informa che abbiamo il tempo giusto per scaricare le moto e che poi ci aspetterà subito al parcheggio, nel frattempo arrivano anche Gioggio e Walter.
Il piano è di andare a cena in una birreria in centro a Modica (Modica bassa ???), siamo già in abbondante ritardo.
L’idea di prendere la moto per andare a cena l’abbiamo abbandonata diversi raduni fa… sappiamo bene come vanno a finire i dopo cena… ma ancora frastornati seguiamo le istruzioni, non prima di aver abbracciato nuovamente i nostri amici, che non sapevamo ancora sarebbero diventati i nostri angeli custodi per tutto il raduno !
Ed allora via ! Per le strade notturne di Modica, raggiungiamo O’Streat : birreria e street food in puro stile modicano !
Marvil, non me ne ero accorto, aveva lasciato il nostro gruppo per andare a prendere Donna Vincenza. Ci hanno raggiunto poco dopo il nostro arrivo.
Ricordo due pinte di una birre in stile dunkel, ricordo tanti vassoi di salumi e formaggi locali, di panella farcite, arancini, panini, e chi più ne ha ne metta… ricordo il titolare gentilissimo, a spiegarci le varie birre e come venivano prodotte, ricodo la sua graziosa collaboratrice (fidanzata ? Moglie ? Non ricodo…) impressionata del nostro viaggio, della composizione del nostro gruppo e della sua tradizione.
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AdrianoModeratoreRiprendiamo la strada puntando verso sud, abbiamo appuntamento con Marvil dalle parti, di non ricodo male (Marvil eventualmente mi correggerà), di Pergusa.
Quando lo incontriamo è già sera, ma la strada da fare è ancora molta.
Baci ed abbracci, ma veloci… e via !
Passiamo alle porte di Caltagirone e poi ricordo solo che il sole è calato velocemente e che il faro della Bull non ha mai fatto così poca luce per illuminare la strada. Marvil guidava la carovana, procedavamo spediti, ma letteralmente alla cieca… non conoscevamo la strada, le sue buche, le sue curve… per fortuna potevamo riconoscere quando Marvil rallentava: dai suoi scarichi si vedevano le fiammate degli scoppiettii in rilascio !
Eravamo tutti esausti e sono sicuro che a tutti balenava lo stesso mio pensiero: “Fan**lo… adesso mi fermo !”, ma al primo cartello stradale che indicava “Modica” ci siamo sicuramente rincuorati e nonostante i chilometri da percorrere sono stati ancora molti, il solo vedere le luci della città in lontananza ci ha dato l’energia necessaria per resistere.
Arrivati all’hotel Borgo Don Chisciotte pensavamo di prendere possesso delle nostre camere, di tuffarci in doccia e poi svenire su qualche poltrona dell’hotel, con una birra in mano magari…
Alla reception troviamo Oscar, fratello di Marvil, che ci da il benvenuto. Frastornati, accaldati e poi raffreddati lungo il tragitto, capiamo ancora poco… check-in e via a parcheggiare le moto, ancora convinti del nostro piano iniziale (doccia – poltrona – birra – abbiocco).
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AdrianoModeratoreCi raggiunge con la sua Africa Twin. Lo seguiamo e fin dai primi metri ci rendiamo conto che qui a Palermo ciò che normalmente vale come regole della strada, non valgono…
Sorpassi a destra, poi sinistra, dare la precedenza, stop, sono solo convenzioni estetiche che nulla hanno a che fare con il normale flusso del traffico.
Tanto che, alla prima svolta per raggiungere il primo distributore disponibile, perdiamo Gullivel.
Fatto il pieno, Gullivel ed Edo al telefono si chiariscono sulla direzione che ha preso il nostro Admin e lo raggiungiamo.
Da qui andiamo ad imboccare, non senza bestemmie, l’autostrada che ci avrebbe fatto finalmente uscire, dopo un’ora abbondante, da Palermo.
Scopriamo che le autostrade siciliane non sono a pagamento, il che per noi “nordici” è una vera sorpresa… abituati come siamo a viaggiare per statali, per evitare i salassi ai caselli.
Dopo una cinquantina di chilometri da Palermo facciamo una prima sosta.
L’uscita dalla città ha lasciato il segno, sia nel nostro umore sia sulle nostre magliette… inzuppate di sudore.
Ci reidratiamo alla prima stazione di servizio che troviamo, in compagnia di quasi tutti gli altri motociclisti che erano sul traghetto con noi.
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AdrianoModeratoreCome per la partenza, l’attracco è avvenuto con altrettanta precisione, alle 14:00 in punto.
Le operazioni di sbarco, per noi, sono durare 2 ore. Tempo di svuotare tutti i garage superiori al nostro.
Fuori dal porto sostiamo in attesa di Edo, il cugino che Marco ha incaricato per scortarci fuori da Palermo.
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