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AdrianoModeratore
Ti ho inviato via e-mail il manuale in italiano, nel caso ti sia più utile.
Fammi sapere se ti è arrivato… l’allegato è molto pesante ed alcuni gestori di posta potrebbero deviarlo nello spam.
Ora devo farti alcune domande e ti chiedo scusa se sono cose che hai già controllato e se ti chiedo cose apparentemente stupide… ma per capire dove sia il problema devo partire da zero.
Hai controllato se le candele fanno la scintilla ?
Sai come si fa ?
Scusa se magari quello che sto per dire può sembrare banale, ma in questa fase non voglio dare nulla di scontato.
Per controllare la scintilla devi svitare le candele, entrambre, e poi una alla vola le reinnesti nella pipetta ed appoggi la parte del filetto ad una parte del motore o del telaio non verniciate (per esempio su una delle alette della testa, nelle parti senza vernice). Dopodiché fai accendi il quadro e fai una messa in modo.
ATTENZIONE !!! Devi tenere la candela toccando solo la pipetta ! Altrimenti di becchi una scarica di qualche migliaio di Volt… la corrente che scorre sarà poschissima… ma fa male comunque !!!
Magari fatti dare una mano da qualcuno a fare queste prove.
Devi provare prima una candela su un cilindro e poi l’altra candela sull’altro cilindro.
Fammi sapere se avvengono anche le loro scintille e e se il loro colore è azzurro oppure tendente al blu-viola.
Life is a journey, not a destination !
AdrianoModeratorePerdonami… ma nonostante questa tua seconda spiegazione non capisco ancora il perché hai sostituito tutti quei pezzi senza motivo…
Per cui non resta che iniziare… dall’inizio !!!
Per prima cosa hai il manuale officina ? Sopra te l’ho già chiesto, ma in questa seconda tua spiegazione non hai risposto… per cui ti prego di rispondere alle domande che ti faccio nel marito: è già difficile sistemare un ammasso di problemi come il tuo avendo la moto qui in mano… figuriamoci da remoto senza una tua collaborazione ! 😉
Devi dirmi se la tua Bull è una prima od una seconda serie. Se non lo sai o non ne sei certo, allega una foto del quadro strumenti.
Poi mandami un PM con la tua e-mail, ti girerò il documento (nel caso tu non ce l’abbia).
Poi… la scintilla manca su entrambe le candele ?
Se il motorino gira e non c’è scintilla su entrambe le candele allora di sicuro non è l’interruttore di emergenza… per cui lascia perdere chi non conosce come funziona il circuito di emergenza e continuiamo insieme seguendo la logica ed il manuale 😉
Life is a journey, not a destination !
AdrianoModeratoreCiao bvxamax77 !
Ho letto nella tua presentazione dei problemi sulla tua Bull…
Se vuoi un aiuto, ho bisogno che tu sia più chiaro nella descrizione dei problemi e delle soluzioni che hai tentato di adottare.
Da quello che ho capito, il tuo problema principale si è verificato in concomitanza di un lavaggio della moto.
Posso dirti che può capitare che lavando la moto sia arrivata acqua ad una delle candele, per cui la moto inizia ad “andare ad 1″… per cui si, è inguidabile… ma normalmente basta attendere che si asciughi (con il caldo che forse c’è dalle tue parti ci potrebbe mettere tipo… una mezz’oretta…).
Poi ho capito che tutto è peggiorato quando hai smontato tutto, senza sapere (almeno così sembra da quello che scrivi) “cosa” andare in cerca… senza fare una diagnosi mirata del problema.
Per cui ti chiedo per prima cosa… ce l’hai il manuale officina ?
Se no, dimmi de la tua Bull è una prima serie od una seconda serie. Se non lo sai posta qui una foto del quadro strumenti.
E poi mandami in PM la tua e-mail che ti giro il manuale corretto.
Giusto per iniziare a capirci qualosa, per favore puoi dirmi se prima di metterti a smontare tutto hai controllato la scintilla su entrambe le candele ?
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AdrianoModeratoreCiao bvxamax77 !
Per favore puoi fare (come da regolamento) la presentazione tua e della tua Bull qui ?
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AdrianoModeratoreQui, in quel momento, esplodono mille emozioni nella mia testa…
Fermo la moto davanti al garage. Scendo… inizio a spogniarmi… la Cate non mi chiede nulla, capisce il momento e mi guarda con uno sguardo misto tra l’apprensione e la comprensione.
Scarico le borse. Solo una volta appogiate a terra la Cate inizia a farmi qualche domanda, ma la tensione che inizia a scemare mi fa biascicare, o per lo meno questo è il ricordo che mi è rimasto di quel momento.
I muscoli che si rilassano dopo così tanto tempo fanno girare la testa. Barcollo nel portare le borse fino all’ascensore.
Poi torno in garage a guardare la Bull… in tutto questo viaggio non l’ho considerata più di tanto. Ho dato per scontato che lei fosse sempre sul pezzo, e lo è stata… inarrestabile !
Il contachilometri segna 1947,80 km.
Stanchezza tanta, ma sopraffatta dalla soddisfazione !
Grazie Forum per avermi portato dove non avrei mai pensato di arrivare e di avermi fatto conoscere amici che mai avrei pensato di incontrare !!!
Il report è… finalmente… finito !
Commentate in pace (e raccontate la vostra avventura !)…
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AdrianoModeratoreQui Kiwi fa il pieno, salutiamo lui e Carmel che continueranno ancora per un’oretta buona…
Io, Gullivel e Michele prendiamo l’uscita di Mirano-Dolo poco dopo.
Usciti dall’autostrada la nebbia inizia a scendere.
Quando arrivo a casa inizia a farsi anche insidiosa.
Trovo il cancello aperto, la Cate seguiva la mia posizione su Whatsapp e mi attendeva.
Quando mi ha visto ha sfoderato quel suo sorrisone… spero di essere riuscito a ricambiare, ero abbastanza sconvolto…
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AdrianoModeratoreIl resto della mattinata passa chiacchierando.
Entro le 11:30 bisogna lasciare la cabina, ci sistemiamo con i bagagli a prua, a fianco del bar… caso mai rischiassimo la disidratazione 😄
Arriva mezzogiorno.
Non ricordo se ho mangiato qualcosa… ma forse no…
Arriviamo al porto di Livorno in perfetto orario alle 14:00 ed attendiamo pazientemente il nostro turno per scendere…
“Garage 2 ed 1 !!!” chiamano dagli altoparlanti di servizio, via giù !
Carichiamo le moto e saliamo la rampa che ci porta al Garage 3 da dove poi scendiamo.
Per ora le previsioni di pioggia non sono state rispettate.
Fuori dal porto ci raduniamo con infinita pazienza, Rudy ed Andrea erano rimasti intasati nel traffico del Garage 1.
Qui fuori li salutiamo perchè di li a poco ci saremmo divisi, loro sarebbero tornati a Berceto e noi avremmo continuato verso Firenze in autostrada.
Poco dopo il capoluogo toscano, il cielo si fa nero. Gullivel, che fa strada, ci fa fermare provvidenzialmente in una stazione di servizio, dove facciamo giusto in tempo ad indossare l’antipioggia che inizia a… piovere !
Riprendiamo la strada.
Il continuo entra ed esci dalle gallerie ci tiene al riparo dal temporale che fuori imperversa, ma cavolo… che caldo in galleria…
Gullivel ci tiene compatti, procede sugli 80-90 all’ora… ma in una delle gallerie della “Direttissima” ci fa accodare dietro ad un’autocisterna. Siamo in salita e la velocità scente a 70-80 all’ora e con l’antipioggia la temperatura corporea mi sale troppo… inizio a sudare… ad un certo punto, quando vedo che Gullivel tiene la posizione, mi butto in sorpasso.
A ruota mi seguono Carmelo e Kiwi, evidentemente sofferenti come me.
Appena mi metto davanti al camion rientro di corsia e mi riporto sui 90 km/h. Così, senza il muro generato dal camion, si respira decisamente meglio.
Procediamo così fino ad aver passato le gallerie, Giovanni e Michele che erano rimasti indietro finalmente ci raggiungono.
Non piove più ma la temperatura è scesa sensibilmente.
Passiamo Bologna abbastanza indenni dal traffico. Prendiamo per Padova ed al primo autogrill ci fermiamo. Pensavo che si volesse fare una sosta, ma tutti sono intenzionati a continuare. Il sole ormai sta tramontando. Soprattutto Gullivel, che si sente salire la febbre e non vede l’ora di arrivare a casa.
Kiwi, Carmelo e Michele si tolgono l’antipioggia, nonostante io e Gullivel li avvisassimo che dalle parti di Ferrara avremmo incrociato un temporale, ben evidente sul radar meteo che stiamo consultando.
Giusto il tempo del pieno per Carmelo e ripendiamo la marcia e su verso nord !
Ben prima di Ferrara troviamo la strada zuppa d’acqua, ma non incontreremo più la pioggia. Il temporale ci precedere e lascia dietro di se un freddo cane !
Mi chiedo come fanno i ragazzi dietro senza la protezione dell’antipioggia, a me si stanno ghiacciando le mani anche se ho i guanti invernali ed il pinlock fatica a tenere la visiera disappannata.
Tengo, davanti, una velocità intorno ai 110 all’ora, 130 solo quando sorpassiamo. Fa freddo si, ma non voglio tardare oltre. E’ già buio ed anche se ormai in Sicilia ho sdoganato la mia paura di viaggiare con il buio, qui ci sono le mani intorpidite e la strada bagnata. Prima arriviamo a casa e meglio sarà per tutti.
Padova sembra non arrivare mai… procedo quasi in trance.
Finalmente lo svincolo per Venezia e da li a poco ci fermiamo all’autogrill di Arino Est.
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AdrianoModeratoreDopo un panino con la mortadella ed una birrozza ci accomodiamo sulle poltroncine davanti al bar… ma complice la stanchezza… ed il tipo del piano bar (che poi suona la chitarra…) ha messo su il karaoke e dopo l’esibizione di 3-4 campane io decido di andare a letto.
Gli altri mi seguiranno poco più tardi.
La mattina successiva ci svegliamo con molta più calma dell’andata.
Facciamo un giretto fuori e poi con calma andiamo a fare colazione.
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AdrianoModeratoreVabbéh… l’attesa è breve, saliamo a bordo e stavolta ci fanno parcheggiare al Garage 2, un piano sopra a quello di andata. Tranne Rudy ed Andrea, che li fanno scendere ancora all’1.
Anche per avere le chiavi della cabina stavolta è stato più caotico… e dire che è la stessa nave e lo stesso equipaggio dell’andata !
Stavolta la nostra cabina (mia, di Miche e di Kiwi) è sul Ponte 6, quello più in alto, ed è l’ultima a poppa, proprio a fianco della porta che da sulla terrazzina posteriore.
Qui il bello…
All’andata eravamo tutti pimpanti… ci siamo cambiati e poi corsi fuori a prua a stappare birre.
Ora ci cambiamo si… e poi schiantiamo a letto 😂
Magicamente quando rinveniamo ed usciamo dalla cabina per andare a mangiare qualcosa, arriviamo tutti al bar nello stesso istante !!!
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AdrianoModeratoreDopo un caffé, ci dirigiamo verso l’hotel e dopo aver fatto conoscenza con un paio di sbandati locali che chiedono di dargli “dieci euro a testa, per mangiare” (cioè… dieci euro a testa noi… eravamo in 7…). Sapevamo perfettamente che sarebbero finiti presto in un paio di dosi… e nonostante l’insistenza decliniamo gentilmente.
Con calma torniamo all’hotel, ci cambiamo e portiamo fuori dal garage le moto e le carichiamo.
Impostiamo il navigatore, ci facciamo il segno della croce e ci rigettiamo nel traffico di Palermo.
Sembra un essere unico… sembra non avere regole, ma il caos apparente fa girare tutto… nonostante tutto…
Il terrore di essere coinvolti in un incidente qui ci attanaglia… ma stringiamo le chiappe e procediamo spediti.
Arriviamo all’imbarco precisissimi, alle 16:30 come da indicazioni della Grimaldi.
Se all’andata era filato tutto liscio in questa fase, qui un po’ di caos c’è stato… c’erano due donne a gestire gli accessi e ci hanno fatto diventare un po’ matti, facendoci uscire dalla coda perché “tute le moto sono già passate”… come se fosse colpa nostra se ci siamo attenuti alla lettera a quanto indicato dalla compagnia…
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AdrianoModeratoreRitornarniamo all’hotel quasi a l’una di notte…
L’indomani scendiamo a fare colazione e discutiamo su come sia meglio affrontare la giornata.
Nelle idee iniziali di Marvil c’era l’ipotesi di uscire da Palermo per un giro nei dintorni e ritornare nel pomeriggio direttamente al porto. Ma noi ci sentiamo abbastanza esausti e di tornare in mezzo al traffico folle di Palermo non abbiamo gran ché voglia… per cui concordiamo di rimanere in centro e di girare a piedi perdendo tutto il tempo che possiamo.
Riusciamo a concordare con l’hotel di poter lasciare le moto nel loro garage ed i bagagli nel loro magazzino fino al pomeriggio.
Salendo in camera troviamo uno dei simpatici inservienti dell’hotel che tenta di raccogliere con un mocio una pozza d’acqua formatasi alla base della tromba delle scale. Che strano… pensiamo…
Scendiamo in tenuta da passeggio e stipiamo i bagagli nel piccolo magazzino adibito a deposito bagagli. Andiamo a fare il check-out e troviamo la hall allagata, con dei tecnici che stanno sventrando il soffitto… una copiosa perdita d’acqua si è insinuata nel controsoffitto e l’ha sfondato…
Disastro !
Dopo poco arriva Marvil… e fatica a scendere dalla moto… ma con il suo entusiasmo fa finta di non farci caso ed inizia subito a pensare cosa fare in giro per il centro.
“Marco vai a casa… hai già fatto tantissimo per noi… va a casa e riguardati !” gli dico.
Tutti fanno cenno di si… lui avrà altre 3 ore e 3/4 di viaggio in sella da fare. Stare anche una giornata intera in giro, a piedi, con noi, non è un’opzione.
Lui ci guarda sgomento… non aveva preso in considerazione di lasciarci da soli in giro per Palermo.
Ma capisce che è la cosa giusta da fare…
E qui il saluto che più mi ha emozionato, e lo sapevo… ma non non ci ho potuto fare niente.
Abbraccio Marco forte, so che per lui l’abbraccio ha un significato profondo. Lo abbraccio più forte che posso. “Ci vediamo l’anno prossimo fratello mio” gli dico…
A ruota tutti, l’esperienza del raduno di quest’anno è stata forse la più forte mai vissuta per tutti.
Mette in moto e se ne va, con la promessa di tenerci aggiornati lungo il tragitto e poi all’arrivo.
Noi… noi ci mettiamo a girovagare per Palermo.
Rudy ci porta tutti ad una specie di caccia al tesoro… in cerca di un negozio di abbigliamento da moto che ha visto su Maps essere non molto distante, con l’intento di acquistare una tuta antipioggia. Per il nostro arrivo a Livorno è prevista pioggia… e lui non se l’è portata via, “Andiamo in Sicilia, vuoi che piova ???”. Ma Livorno non è in Sicilia…
Poi passiamo la giornata passeggiando ancora per il centro, ci godiamo il sole che illumina le vie, tentiamo di entrare al Teatro Massimo… ma veniamo rimbalzati perchè c’è un evento privato. Peccato…
Poi dirigiamo verso la Cattedrale di Palermo, eretta nel ‘600 ed entrata a fare parte del Patrimonio dell’Umanità nel 2015.
Girovagare per una città come Palermo mette fame… e presto arriva nuovamente il momento… di mangiare !!!
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AdrianoModeratoreFabio ci porta ad assaggiare… si assaggiare… a strafogarci di arancine da Kepalle, il locale che ha fatto della regina della street food palermitano una sorta di arte.
Ci accomodiamo sui trespoli fuori del locale e svaligiamo avidamente il bancone…
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AdrianoModeratoreRipresa la marcia veso nord incappiamo in una serie infinita e snervante di lavori in corso che non ci permettono di imboccare l’autostrata facilemente, e quando l’imbocchiamo… continuiamo a trovare tratti interessati da riduzioni di corsia, cambi di carreggiata… fino anche a perderci.
Tizio, Gianluca ed Oscar sono rimasti intruppati nel traffico tra un cantiere e l’altro.
L’ultima stazione di servizio prima di entrare a Palermo è l’occasione per fare una bramatissima sosta per reidrataci (il caldo è stato soffocante nel pomeriggio) e per ricompattare il gruppo.
Ora le indicazioni che ci da Marvil prima di entrare a Palermo sono chiare…
Ci recheremo tutti all’hotel che ha prenotato per noi veneti, che partiremo il giorno successivo, il quale è comodo anche per raggiungere il porto per chi partirà la sera.
Lui farà strada fino all’uscita dall’autostrada, dopodiché Oscar si metterà al comando della carovana perché l’hotel è all’interno della ZTL di Palermo e lui sa come raggirarla, senza incappare in multe salate.
Bene…
Come da programma arriviamo a Palermo, Oscar si mette al comando… e tra sorpassi a destra, semafori rossi e precedenze che nessuno rispetta, in un batter d’occhio ci troviamo in centro a passare il varco della ZTL ovviamente attiva, ingorgarci su una piazzetta ed imboccando in contro mano una strada senso unico 😅
Ci rendiamo conto della cosa e non riusciamo a trovare spazio per accostare, o per girarci… prvate ad immaginare sto branco di Bulldog fragorose nel salotto di Palermo 😂
A quel punto, come in un romanzo, si palesa davanti a noi un signore con una Vespa che ci fa “Che fate ???”, Marvil gli fa “Stiamo cercando di raggiungere l’Hotel Mediterraneo”.
Il signore capisce tutto e fa “E’ zona mia, seguitemi !”.
Blocca il traffico, ci permette di girarci e poi parte con la sua vespetta… noi dietro come un branco di segugi che inseguono la lepre in una battuta di caccia.
Ci fa letteralmente volare sopra al traffico bombayano di Palermo ed in un attimo siamo di fronte all’hotel.
Scendiamo ed acclamiamo e ringraziamo il nostro salvatore… Giuseppe si chiama… che scopriamo essere un ex vigile urbano di Palermo andato in pensione un mese prima.
Io ho l’ardire, preoccupato, di far presente a Marvil che abbiamo passato il varco attivo della ZTL. Ma il nostro salvatore scuote la testa e ci rivela che non vale per le moto…
Tentiamo di offrirgli una birretta, complice una piccola birreria proprio davnti all’hotel, ma declina ringraziando educatamente… al ché ci pensa Marvil a randergli giustizia. Nota sulla vespa il logo di un Vespa Club, intavola quindi un discorso in merito e salta fuori che lui è il fondatore e presidente di questo club e che oltre questo è un appassionato di auto d’epoca, possiede una Mazda MX5… pane per Marvil, che con il suo club di Barchetta trova pane per intrattenere il nostro nuovo amico, scambiare i contatti ed una promessa di reincontrarsi a qualche raduno.
Fernando freme per ripartire verso il porto, ma sono le tre e mezza e Giuseppe lo tranquillizza… può rilassarsi un po’, tanto poi ci penserà lui ad accompagnarli al porto senza problemi.
Cogliamo l’occasione per brindare con un’ultima birra tutti in compagnia, ma presto arriva il momento degli abbracci e dei saluti.
Qui finisce una parte importante della nostra avventura.
Il “gruppo del centro” si rimette in sella e parte.
Nel frattempo è arrivato Fabio, il cugino di Marvil, e sua moglie.
Saranno loro a farci da ciceroni per Palermo quella sera ed ad ospitare Marvil.
Noi saliamo in camera per una doccia veloce e riscendimo.
L’hotel è proprio in una posizione strategica, in centro ed a due passi da Piazza Giuseppe Verdi e dal favoloso Teatro Massimo.
Io rimango a bocca aperta nel vedere la sua magnificenza.
Ma è tutto il centro di Palermo ad essere bellissimo !
Via Maqueda, chiusa al traffico, è la via dello shopping e della movida del centro. Piena di localini è sicuramente la zona più turistica del centro storico ma noi siamo a tutti gli effetti dei turisti in questo momento… per cui, perché esimerci ?
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AdrianoModeratoreMarvil ci porta fin sotto al Duomo di San Giorgio, che abbiamo ammirato in questi giorni dal belvedere.
Salutiamo Walter, Giusy, Gioggio ed Alessandra. Ormai sappiamo che non è un addio ma un arrivederci anche per loro.
Rientriamo all’hotel. Non è ancora finita la nostra avventura in Trinacria…
All’indomani ci si sveglia tutti operativi, colazione veloce, carichiamo le moto.
Mi fa sempre effetto questa cosa…
Un po’ sembriamo dei cow boys che caricano i loro cavalli, pronti per una nuova avvertura… questa volta nel far sud !
Schieriamo un’ultima volta le moto davanti all’hotel. Facciamo il check-out.
Arrivano Oscar e poi Marvil, che scende ancora più zoppicante. “Come va?” chiede Fernando, “Meglio” risponde Marvil… claudicando vistosamente, con una smorfia di dolore.
Salutiamo Ferdinando, Adriano, Remo ed Ivan.
Hanno tutti altri programmi e rientreranno a casa i giorni successivi.
Partiamo, la destinazione di oggi è Palermo.
Alle 18:30 Fernando con Valeria, Tizio e Gianluca si imbarcheranno sul traghetto per Napoli ed Oscar, alla stessa ora, per Genova.
Le intenzioni sono quelle di fare una lunga traversata in autostrada, il percorso contrario a quello che noi veneti abbiamo fatto all’andata.
Avendo già fatto questo tragitto, noi siamo consapevoli che non sarà una passeggiata… ma come da nostra tradizione le cose difficilmente vanno come ci prefiguriamo.
Da Modica a Caltagirone procediamo con passo spedito e regolare.
Poi iniziamo a trovare i primi lavori in corso, ma arriviamo a Piazza Armerina intorno a mezzogiorno come aveva ipotizzato Marvil.
Il suo intento sarebbe stato quello di farci visitare Villa Romana del Casale, che come dice il nome è una villa di epoca romana ed è famosa per i più di 3000 metri quadri di mosaici.
Una volta arrivati al parcheggio della villa e capito cosa saremmo andati a fare, conveniamo che forse non sarebbero bastate 2 ore per visitarla… e contando anche la pausa pranzo, ci saremmo trovati facilmente in affanno per raggiungere Palermo.
Per fortuna pochi metri prima del parcheggio avevamo notato un agriturismo.
Proviamo a fermarci, anche se nutriamo poche speranze di trovare posto senza aver prenotato.
Ristorante Agriturismo Trinacria, c’è posto… parcheggiamo ed entriamo.
Come spesso ci accade in viaggio in giro per l’Italia, fermarsi quasi a caso in zone sconosciute e senza nemmeno consultare Google, ma fidandoci di quello che vediamo, riserva quasi sempre belle sorprese.
Ci accomodiamo all’aperto, all’ombra della pergola del locale.
La proprietaria ci accoglie calorosamente e ci propone una soluzione veloce per loro da preparare e sfiziosa per noi da degustare. Ci serviranno il loro gran antipasto della casa, a base di prodotti locali e genuini.
Ne viene fuori una serie di vassoi imbarazzanti per noi pseudo-cittadini… melanzane, peperoni, olive, salumi, formaggi, pomodori… devo dire che qui ho finalmente trovato i sapori della vera sicilia rurale che speravo di trovare. Non fraintendetemi… nei giorni scorsi abbiamo mangiato sempre divinamente, ma in questo agriturismo, trovato per caso, sono convinto di aver mangiato qualcosa di molto simile a quello che si sarebbe mangiato a casa di una delle nonne di uno dei nostri amici siciliani, al pranzo di una domenica di inizio ottobre qualsiasi.
Che poi era lunedì… ma insomma, mi avete capito !
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AdrianoModeratorePasseggiamo un altro po’ per lo storico centro di Modica, poi andiamo a riprendere le moto.
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