Il pilota marchigiano durante il GP ha toccato la leva del freno del rivale Stefano Manzi mentre erano sul rettilineo. Due Gp di squalifica. Il collega: “Non perdono, ha provato ad ammazzarmi”. La replica: “Ho sbagliato”. Il team Snipers rescinde il suo contratto.
Un attimo di follia, un gesto che poteva causare conseguenze gravissime. Romano Fenati, pilota ascolano del Marinelli Snipers Team, durante la gara della Moto2 a Misano, ha toccato la leva del freno anteriore ad un avversario, l’altro italiano Stefano Manzi, mentre le due moto viaggiavano in rettilineo a oltre 200 km orari:
Fenati è stato sanzionato con la bandiera nera, ovvero la squalifica immediata. Poi la Federazione internazionale di motociclismo gli ha comminato altri due Gran premi di squalifica, sanzione contro la quale Fenati può appellarsi.
Il commento di Guido Meda:
Guardiamoci intorno; solo un piccolo sguardo al destino dell’uomo. C’è gente che sta bene e c’è gente malata. Gente che cammina e gente che non può più farlo. Il circuito di Misano, per stare nello specifico, è intitolato a Marco Simoncelli e ha testimoniato la scomparsa di Shoya Tomizawa; due ragazzi che con la moto, in gara, hanno perso la vita. Morti. Si capisce abbastanza bene, no?
In questo paese dei balocchi che è il motomondiale, dove tutto sembra sempre una festa e dove un litigio tra Rossi e Marquez fa notizia per anni, l’essenza pericolosa del motociclismo è solo nascosta. Come uno strumento di autodifesa, ma tutti sanno che il rischio c’è. Ed è importante saperlo. E’ ciò che mette i professionisti in condizione di non superare i limiti della cattiveria, della rabbia e della dissennatezza. Il gesto di Romano Fenati, che tira la leva del freno a Stefano Manzi in rettilineo, va purtroppo inquadrato in questo contesto. E’ proprio il peggio. Vuol dire bloccare l’avantreno e far volare l’altro in avanti, faccia a terra a duecento all’ora. E’ andata bene, ma nessuna azione subìta in precedenza può giustificare una reazione così. Fenati non è un cattivo ragazzo o una brutta persona. Per niente. Ha invece storicamente un problema di gestione dei nervi, un suo senso della giustizia che la fa diventare sommaria. Non è la prima volta, ma è la più eclatante. Siccome il suo gesto di Misano è volontario, orrendo e ha zero precedenti, due gare di squalifica ci sembrano francamente poche. Non per infierire su Fenati, anzi, per aiutarlo. Per aiutare lui e chi gli sta accanto in pista, lui e chi gli sta accanto nella vita e lo deve accompagnare a diventare grande, sportivo e responsabile.
Team Snipers rescinde contratto con Fenati
Il giorno dopo la follia di Fenati, il Marinelli Snipers Team ha deciso di “rescindere il contratto con il pilota per il suo comportamento antisportivo, inqualificabile, pericoloso e dannoso per l’immagine di tutti”. Con un comunicato ufficiale il team ha comunicato la decisione: “Con rammarico dobbiamo constatare che il suo gesto irresponsabile ha messo in pericolo la vita di un altro pilota e non può essere scusato in alcun modo”. Anche MV Agusta Team Forward, che voleva affidargli una moto (proprio con Manzi come compagno di team) nella prossima stagione ha deciso di rescindere il contratto firmato pochi giorni fa. Il patron Castiglioni, con un post su Instagram, ha detto: “È stata la cosa peggiore che abbia mai visto. Farò di tutto per non farlo correre sulla MV Agusta in Moto2 perché non rappresenta i veri valori della nostra azienda”.
La dinamica
A far perdere la testa a Fenati sarebbe stato un contatto con il rivale nel giro precedente. Manzi ha dato la sua versione dell’accaduto: “Nel giro precedente c’è stato un contatto – ha detto il riminese, per questo punito a sua volta con sei posizioni sulla griglia di Aragon – ma non voluto e siamo finiti sull’erba. Dopo non mi sarei aspettato un gesto così. E’ stato davvero brutto. Che devo dire, si commenta da solo”.
Manzi: non perdono, ha provato ad ammazzarmi
“Un gesto del genere non deve mai essere commesso e nemmeno pensato, è una mossa pericolosa e mette a rischio la vita degli altri piloti”, ha aggiunto Manzi. Il pilota ha raccontato che Fenati lo ha affiancato in rettilineo e “con la sua mano sinistra ha tirato la mia leva del freno anteriore. Viaggiavo a 217 chilometri orari, come ho fatto a rimanere in piedi, non lo so. È un gesto imperdonabile. Si fatica a perdonare una sportellata, figuriamoci un gesto del genere, nel quale un avversario prova ad ammazzare un rivale”.
Fenati: “Ho sbagliato, ma va considerato il momento”
Il pilota ascolano ha dato la sua versione dei fatti, spiegando che “c’è stato un primo contatto in cui Manzi mi ha portato fuori pista. Era davanti a me, poi l’ho superato. Dopo avermi superato, mi ha rallentato portandomi fuori pista per la seconda volta. Non dico che questa sia una giustificazione”, ha continuato a spiegare, “ma credo che questo debba essere considerato. La mia reazione non è stata una bella mossa, è stato un gesto pericoloso per me e per lui. Non voglio giustificarla, ma vorrei che fosse vista in prospettiva”.
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